SUGNO O NON SUGNU 2.0
Una notte insonne in casa Shakespeare
E se Shakespeare fosse stato siciliano?
Due attori amanti del Bardo improvvisano tra le rime delle sue opere per svelarne l'identità segreta e la sua vera musa: Michelangelo Florio da Messina e sua moglie Anne Hathaway. Michelangelo coltiva gelsomini, compone in siciliano e Anne traduce in perfetta rima inglese.
testo
Francesca Vitale
regia
Nicola Alberto Orofino
con
Francesco Foti
Francesca Vitale
con la partecipazione di
Daniele Bruno
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anno di produzione 2016 | durata 60 minuti
« Un plauso dunque a Francesca Vitale e al suo lavoro, magistralmente interpretato e diretto, che celebra i 400 anni dalla scomparsa di Shakespeare in un format teatrale insieme colto e giocoso. »
(Claudio Elli – Puntoelineamagazine.it)
Due Attori improvvisano una notte insonne dei coniugi Shakespeare dove emergono le origini siciliane del bardo e della sua poetica. Dalle commedie ai sonetti, nel dialogo tra i due coniugi vengono citate scene e passaggi delle celebri opere del drammaturgo, in un divertissement dove alcuni ingredienti linguistici siciliani vengono sapientemente mischiati all’inglese di Anne.
Note dell'autrice
“Sugnu o non sugnu” è arrivato come apoteosi di una ricerca che doveva coniugare, per me, tante cose: la dimensione di William e sua moglie Anne, coppia non qualunque in un quotidiano qualunque, che paga lo scotto di non potersi liberare mai da quegli scritti, tragedie, sonetti, commedie che divengono parte integrante del loro dialogo comune. Poi, ho pensato al teatro con le sue eterne problematiche,
Note di regia
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Identità. È l’insieme dei caratteri particolari che individuano una persona, una cosa, un luogo, distinguendolo dagli altri. Identità di genere, identità nazionale, identità europea… se ne fa un gran parlare oggi… . Si dice poi stabilire, verificare, scoprire, riconoscere l’identità di qualcuno. Operazione non sempre facile. In molti casi la ricostruzione è ardua.
In un solo caso è ardua e futile…
È il caso di quel tale di cui tutti hanno certezza del nome… e basta. A dire il vero qualcuno mette in dubbio anche il suo nome. Di lui non conosciamo nessun dato strettamente personale, ma tutti lo abbiamo studiato, imparato, assimilato in ogni parte del globo terrestre. Qualcuno dice che quel tale ha insegnato a tutto il mondo come comprendere la natura umana. Per me la cosa più rilevante è che quel tale è stato senza alcun dubbio un uomo di teatro, il più grande uomo di teatro, e che ha inventato una quantità gigantesca di personaggi giganteschi. E in ognuno di questi giganti ha racchiuso la vita. Per questo quando ci riferiamo a quel tale parlare d’identità è futile. La sua è un’identità universale, globale e multiculturale. In altri termini lui appartiene a tutti. E se così è, puoi divertirti a pensare che è (stato) tuo concittadino, tuo connazionale o tuo parente. E su questo pensiero ci puoi anche costruire un gioco.
Un gioco, si.
Come in Sugnu o non sugnu. Il gioco di un gruppo di teatranti siciliani che si divertono a far finta che quel tale sia stato loro conterraneo (plausibilissimo), che abbia avuto una vita comune, con una grande donna al suo fianco che l’ha aiutato e sostenuto sempre, sia nei momenti di gloria che nei momenti di crisi, che nonostante qualche scappatella extraconiugale, lo ha amato pienamente facendo di tutto pur di vederlo felice e realizzato. Una coppia come tante, che magari ha avuto un cane che si divertiva a cacciare conigli, e che per questo spariva sempre, tanto che ad un certo punto i due hanno cominciato a metterne in dubbio l’esistenza: il cane esiste davvero o no… c’è o non c’è… essere o non essere… to be or not to be… sugnu o non sugnu…