AUDIZIONE
Un incredibile fatto di cronaca ancora non risolto: una roulette russa sessuale con un ospite sieropositivo. Una compagnia under 30 si ispira a questa notizia per mettere in scena il processo di selezione di questi giovani disperati disposti a tutto pur di ottenere questo, seppur estremo, lavoro.
testo
Chiara Arrigoni
regia
Francesco Toto
con
Massimo Leone
Andrea Ferrara
Chiara Arrigoni
​
anno di produzione 2017 | durata 60 minuti
PREMIO NAZIONALE "GIOVANI REALTÀ DEL TEATRO" 2016 | GIURIA ARTISTICA
PREMIO NAZIONALE DELLE ARTI 2017 | MIGLIORE DRAMMATURGIA
FESTIVAL DOMINIO PUBBLICO 2017 | TEATRO INDIA DI ROMA
MILANO OFF FIL FESTIVAL 2017 | SELEZIONATI PER AVIGNON 2018
BEST DRAMA PERFORMANCE AWARD | SWINDON FRINGE FESTIVAL 2018 (UK)
TRENTATRAM FESTIVAL DI NAPOLI 2018 | MIGLIOR SPETTACOLO
In un piccolo scantinato si sta svolgendo un’audizione per un misterioso incarico che può fruttare, in una sola sera, centomila euro. Tra i due candidati, Sarah e Miguel, solo il più motivato – o il più disperato? – riuscirà a conquistare il posto, e a dimostrare all’esaminatore, il Signor T., di essere in grado di superare ogni senso di colpa. Il pubblico si scopre a spiare una conversazione già iniziata e pezzo dopo pezzo intravede qual è il compito inquietante che i due esaminati sono chiamati a svolgere. L’interrogatorio è incalzante e il Signor T. sembra quasi provare piacere a scavare nelle vite di Sarah e Miguel per trovare le motivazioni che li spingono ad essere lì, in quello scantinato, soli di fronte a una terribile domanda: quanto vale la mia dignità?
Come nasce il progetto
Il testo è ispirato ad un fatto di cronaca avvenuto di recente nel Regno Unito, che coinvolge una casta di ricchi annoiati che scherzano con la propria vita. La notizia passa quasi inosservata, ma Chiara Arrigoni decide di trasformare quell’episodio terribile in un testo teatrale. L’idea è quella di raccontare la storia di due ragazzi costretti a sottostare alla dinamica di un ingiusto e crudele processo di selezione. Il gioco di potere e sopraffazione a cui sono sottoposti, infatti, racconta di tutto il mondo del lavoro, che sottopone chi vuole farne parte a dinamiche crudeli e predilige chi è disposto a fare il “lavoro sporco” mettendo a tacere la propria coscienza. La pressione per essere scelti diventa una costrizione a dare il peggio di sé, a diventare il peggio di sé e a piegarsi alla legge homo homini lupus, mors tua vita mea. Dominare il prossimo per sopravvivere, fingendo con se stessi di non avere scelta. Ma, forse, c’è sempre lo spazio di fare una scelta che ci rende umani in un contesto forzatamente disumanizzante.
Note di regia
Lo stile della messa in scena si affida a un realismo crudo ed essenziale: nella recitazione, nelle scelte di regia, nella scenografia. Uno spaccato sulla disperazione dove tutto accade in poco tempo, nello stesso luogo, in medias res: una situazione claustrofobica che il pubblico origlia di nascosto. Le gerarchie tra i personaggi sono chiare: un esaminatore dietro al tavolo, due candidati dalla parte opposta della scacchiera, sottoposti a un’osservazione impietosa e a un interrogatorio crudele che sa, però, di routine. La scena è illuminata da una luce fredda al neon che abbruttisce e fa sentire i candidati più nudi, più vulnerabili, più soli.