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LA COSA BRUTTA

Un'atmosfera noir, un'avventura tragicomica, comunissima e straordinaria, di una famiglia che affronta il tracollo finanziario, la perdita, la paura, la tristezza e l'indicibile tabù della depressione. Una notte nel bosco, sulle tracce di Martina alla ricerca della Cosa Brutta, il mostro nero che le ha portato via il padre.

testo

Tobia Rossi

regia 

Manuel Renga

con

Francesca Vitale

Eugenio Fea

Ilaria Marchianò

​

anno di produzione 2017 | durata 90 minuti

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SEGNALATO AL PREMIO HYSTRIO 2016

 

Notte. Fiore e Davide, una madre e un figlio, si fanno largo impacciati tra le fronde di un bosco. L’aria è umida, farsi strada è complicato, c’è il fango e ci sono gli insetti, soprattutto ci sono le mille cose che i due non si sono mai detti, i segreti, i silenzi, le bugie piccole e grandi, i dolori taciuti, la distanza siderale che negli anni si è creata tra loro. La morte del capofamiglia, marito e padre, li ha riportati vicini. Il funerale ha appena avuto luogo, ben presto scopriamo che si trovano in quel boschetto perché proprio lì è fuggita Martina, la figlia minore, mentalmente ritardata, sconvolta dalla scomparsa del papà, che è sgattaiolata fuori di casa nel cuore della notte e si è gettata nel bosco buio, inspiegabilmente armata di un fucile. Ma a tutto c’è una spiegazione. Fiore e Davide disseppelliscono ricordi, affrontano fantasmi, si rivelano a vicenda, fino a che la madre non racconta al figlio una verità oscena: il padre, che da tempo soffriva di una segreta depressione, si è tolto la vita. Durante gli anni della sua spossante malinconia, l’uomo ha motivato alla figlia Martina la ragione del suo malessere raccontandole una favola spaventosa: esiste la Cosa Brutta, un’orrida creatura che di tanto in tanto gli fa visita, gli strappa via la voglia di vivere e lo minaccia di portarlo via con sé, per sempre. Martina vuole trovare la tana della Cosa Brutta, ucciderla, salvare il padre e riportarlo a casa…

Note di regia e drammaturgia

Una commedia nera che affronta uno dei più terribili fantasmi della contemporaneità: il tabù della tristezza e della depressione. L’avventura tragicomica, allo stesso tempo comunissima e straordinaria di un piccolo nucleo di essere umani che affronta il tracollo finanziario, la perdita, la paura, lo smarrimento, la tristezza soprattutto, l’indicibile tabù del dolore, della depressione, fino all’invocazione della morte come liberazione e salvezza. Questa storia così intima e privata è adagiata sul manto muschiato della favola nera, con atmosfere che rimandano ai fratelli Grimm e ai racconti di Hoffman, un incubo lungo una notte popolato da esseri umani, animali, forse anche mostri. Il bosco notturno si fa scenario rituale della reviviscenza di un’epopea famigliare, i sentieri accidentati e inospitali della foresta si fanno simbolo delle zone inesplorate del sé, delicate, pericolose. L’ambiente perfetto per raccontare queste creature imperfette, incomplete, irrisolte e bellissime.

Dalla motivazione del Premio Hystrio

“… Per la capacità di passare dal comico al drammatico, con dialoghi credibili e una lingua sapida, nel delineare situazioni e sviluppo dei personaggi dentro un paesaggio che racconta un’Italia di provincia nelle sue fughe in avanti e nelle sue resistenze.”

Il cast
Tobia Rossi
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Scheda tecnica
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